Il concorso nel reato di truffa continuata e di falsità in atti pubblici è configurabile quando l'imputato, pur non essendo l'autore materiale della condotta delittuosa, abbia comunque contribuito in maniera consapevole e volontaria alla realizzazione della condotta fraudolenta, agevolando l'attività criminosa del concorrente, anche attraverso l'utilizzo di informazioni e contatti personali, la predisposizione di documenti falsi, l'accompagnamento delle vittime agli incontri con il complice e il mancato riscontro alle richieste di restituzione del denaro indebitamente ottenuto. La volontà di querela della persona offesa può essere desunta da qualsiasi fatto dimostrativo di tale intento, anche successivo alla dichiarazione iniziale, a prescindere dalla qualificazione formale attribuita all'atto introduttivo del procedimento, come la riserva di costituzione di parte civile o l'istanza di avviso dell'eventuale richiesta di archiviazione. Nella determinazione della pena, il giudice deve tenere conto della pluralità delle persone offese, del numero degli episodi criminosi, dell'entità dei danni arrecati e dei precedenti penali specifici dell'imputato.