Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25917 del 7 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25917PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La misura cautelare della custodia in carcere può essere legittimamente disposta nei confronti di un soggetto accusato di appartenenza ad un'associazione di tipo mafioso, sulla base di elementi probatori gravi, precisi e concordanti, quali le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le risultanze di intercettazioni e videoriprese, che consentano di ritenere sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine alla partecipazione dell'indagato all'associazione criminale. In particolare, la credibilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia può essere corroborata da riscontri esterni, come la conferma di specifici episodi o circostanze riferiti dai dichiaranti, nonché dalla convergenza di più fonti dichiarative sull'attribuzione al soggetto di un ruolo attivo all'interno del sodalizio criminoso. Tali elementi probatori, valutati nel loro complesso e in maniera logica e coerente, possono integrare il fumus commissi delicti necessario per l'applicazione della misura cautelare, anche in assenza di confessione dell'indagato o di prove dirette della sua partecipazione, purché la motivazione del provvedimento cautelare dia conto in modo esaustivo del percorso logico seguito dal giudice nel ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VI. MI. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1805/2009 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 16/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

sentite le conclusioni del PG Dott. Montagna Alfredo di rigetto.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1 - Vi. Mi. ricorre contro ordinanza del Tribunale di Catania che, in sede di riesame, ha confermato la misura di…

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