Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26273 del 9 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:26273PEN

Massima

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L'aggravante del metodo mafioso, prevista dall'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, conv. in l. n. 203 del 1991, non richiede necessariamente la dimostrazione dell'appartenenza dell'agente a un'associazione di tipo mafioso, essendo sufficiente che la condotta delittuosa sia connotata da modalità tipicamente mafiose, quali l'uso della violenza o della minaccia, anche in assenza di una struttura associativa consolidata. Pertanto, la sussistenza di tale aggravante può essere desunta dalle concrete modalità esecutive del fatto, come l'esecuzione a distanza ravvicinata di più colpi di arma da fuoco sulla vittima, anche in un contesto ambientale connotato da collegamenti con la criminalità organizzata, senza che sia necessaria la prova di un'organizzazione mafiosa strutturata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Presidente

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetan - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/12/2020 del TRIB. LIBERTA' di GENOVA;
udita la relazione svolta dal Consigliere DI GIURO GAETANO;
lette le conclusioni del PG DALL'OLIO MARCO con requisitoria scritta (come di seguito riportato).
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe indicata il Tribunale del riesame di Genova ha confermato l'ordinanza emessa in data 23/12/2020 dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova, con cu…

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