Consiglio di Stato sentenza n. 2410 del 2021

ECLI:IT:CDS:2021:2410SENT

Massima

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Il potere di pianificazione urbanistica comunale, espressione di ampia discrezionalità amministrativa, non è condizionato dalla pregressa indicazione di destinazioni d'uso edificatorie diverse e più favorevoli nel precedente piano regolatore, essendo sfornita di tutela la generica aspettativa alla non reformatio in peius o alla reformatio in melius delle destinazioni impresse da un previgente strumento urbanistico. Le scelte di pianificazione non richiedono una puntuale motivazione che ponga in comparazione gli interessi pubblici perseguiti dall'ente pianificatore con quelli confliggenti dei privati, essendo censurabili oltre che per violazione di legge, solo per illogicità, irragionevolezza o insufficienza della motivazione. Nell'esercizio di tale potere, il Comune può approvare varianti al P.G.T. che non comportino nuovo consumo di suolo, anche in assenza dell'adeguamento degli strumenti di pianificazione sovraordinati, ai sensi dell'art. 5, comma 4, della legge regionale n. 31 del 2014, senza che ciò possa ritenersi in contrasto con i principi e le regole fissati dalla medesima legge regionale, volta a orientare gli interventi edilizi prioritariamente verso aree già urbanizzate, degradate o dismesse e a prevedere il consumo di suolo esclusivamente se la riqualificazione e la rigenerazione di aree già edificate si dimostri tecnicamente ed economicamente insostenibile. Il Comune, nel procedimento di formazione dello strumento urbanistico, non è obbligato ad una puntuale e analitica confutazione delle osservazioni presentate dai privati, essendo sufficiente che esso esamini le osservazioni pervenute e rappresenti le ragioni che lo hanno indotto al loro mancato accoglimento, raggruppandole in gruppi omogenei.

Sentenza completa

Pubblicato il 22/03/2021

N. 02410/2021REG.PROV.COLL.

N. 04721/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4721 del 2019, proposto dai signori Moreno Minelle ed Antonio Minelle e dalla Ol.Ma s.r.l. in liquidazione, rappresentati e difesi dall'avvocato Bruno Santamaria, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Giovanni Corbyons in Roma, via Cicerone, n. 44;

contro

il Comune di Monza, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Maria Assunta Banza, Annalisa Bragante, Giancosimo Maludrottu e Paola Giovanna Brambilla, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

per la riforma

della sentenza del Tribu…

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