Il falso in scrittura privata, ai sensi dell'art. 485 c.p., è reato procedibile a querela di parte, per il quale l'azione penale non può essere iniziata in assenza della relativa querela. Pertanto, qualora il fatto contestato all'imputato sia riconducibile alla fattispecie di cui all'art. 485 c.p. e non a quella degli artt. 477 e 482 c.p., come nel caso di specie, la sentenza di condanna deve essere annullata senza rinvio per difetto di querela, in applicazione del combinato disposto degli artt. 129 c.p.p., comma 1, e 609 c.p.p., comma 2. La qualificazione giuridica del fatto è determinante ai fini della procedibilità dell'azione penale, essendo necessaria la querela di parte per i reati di falso in scrittura privata, a differenza dei reati di falsità in atti previsti dagli artt. 477 e 482 c.p. che sono procedibili d'ufficio. La Corte di Cassazione, nell'esercizio del proprio potere-dovere di controllo sulla corretta applicazione della legge, è tenuta a rilevare d'ufficio l'improcedibilità dell'azione penale per difetto di querela, indipendentemente dalle deduzioni delle parti, al fine di assicurare il rispetto delle norme sulla procedibilità e garantire il corretto esercizio dell'azione penale.