Cassazione penale Sez. I sentenza n. 17647 del 17 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:17647PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare la motivazione dell'ordinanza cautelare, deve verificare la logicità e la coerenza del ragionamento seguito dal giudice di merito nell'individuare i gravi indizi di colpevolezza, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, purché quest'ultima risulti sorretta da un'adeguata argomentazione. Tuttavia, in relazione alla valutazione delle esigenze cautelari, il giudice di legittimità può censurare la motivazione del provvedimento impugnato qualora essa risulti meramente assertiva, priva di un rigoroso sillogismo logico che colleghi le specifiche modalità del fatto e le qualità personali dell'indagato a un concreto pericolo di reiterazione di condotte della stessa specie. Inoltre, il giudice di merito deve adeguatamente motivare l'esclusione di misure cautelari meno afflittive, valorizzando tutti gli elementi favorevoli all'indagato, come l'incensuratezza e il tempo trascorso dal fatto, che possono incidere sulla valutazione del pericolo di reiterazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO F. M. S. - rel. Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2346/2012 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 02/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

sentite le conclusioni del PG. Dott. CEDRANGOLO Oscar, il quale ha chiesto dichiararsi inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore avv.ti (OMISSIS) (N.d.r.: testo originale non comprensibile) (OMISSIS).

La Corte:

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIR…

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