Cassazione penale Sez. III sentenza n. 26476 del 19 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:26476PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza dell'interesse all'impugnazione di un provvedimento cautelare personale, anche dopo la cessazione della misura, è subordinata alla concreta possibilità di ottenere il riconoscimento del diritto all'equa riparazione per la custodia cautelare ingiustamente subita, ai sensi dell'art. 314 c.p.p. Pertanto, l'interesse all'impugnazione non può essere meramente astratto o ipotetico, ma deve essere manifestato in modo positivo ed univoco dalla parte, anche attraverso il proprio difensore, con riferimento alla volontà di utilizzare la pronuncia ai fini della suddetta azione di riparazione. In assenza di tale espressa manifestazione di volontà, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, anche quando le censure attengano alla sussistenza delle condizioni di applicabilità della misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio - Presidente

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. (OMISSIS) a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del tribunale della liberta' di BOLOGNA in data 6/12/2013;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. SCARCELLA Alessio;

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udite, per il ricorrente, le conclusioni dell'…

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