Il ricorso in appello è dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse della parte ricorrente, in quanto nelle more del giudizio è venuto meno l'interesse alla prosecuzione del procedimento. Il Consiglio di Stato, in applicazione degli articoli 35, comma 1, lettera c), 85, comma 9, e 38 del codice del processo amministrativo, non può che prendere atto della dedotta sopravvenuta mancanza di interesse alla coltivazione del gravame, e pertanto dichiarare l'improcedibilità dell'impugnazione. La pronuncia di improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse è una conseguenza naturale dell'abbandono del giudizio da parte del ricorrente, il quale ha manifestato espressamente di non avere più interesse alla prosecuzione della controversia. In tali casi, il giudice amministrativo non può che dichiarare l'improcedibilità del ricorso, senza poter entrare nel merito della questione originariamente dedotta. La dichiarazione di improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse rappresenta un epilogo fisiologico del processo amministrativo, che si verifica quando la parte ricorrente perde l'interesse a ottenere la pronuncia giurisdizionale richiesta, rendendo così il giudizio privo di utilità pratica per il ricorrente. In assenza di una costituzione della parte intimata, il Consiglio di Stato non dispone alcuna regolazione delle spese di lite del presente grado di giudizio.