Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10305 del 6 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:10305PEN

Massima

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La presenza costante e sistematica di un soggetto nel luogo di commissione del reato, anche in assenza di atti di violenza o minaccia diretti, può integrare il concorso nel reato quando tale presenza rafforza il proposito criminoso altrui, dimostrando l'adesione e il contributo morale all'attività illecita. Il concorso nel reato non richiede necessariamente un previo accordo o un'azione concorde dei partecipanti, essendo sufficiente anche la semplice adesione di volontà che si estrinseca nel caldeggiare e rafforzare il proposito delittuoso altrui. Pertanto, la mera presenza sul luogo del delitto, sia essa attiva o passiva, può costituire concorso nel reato quando l'agente abbia la coscienza e la volontà dell'evento, circostanza deducibile dalla sua costante e sistematica partecipazione all'attività criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4208/2011 CORTE APPELLO di TORINO, del 03/02/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udito il Sostituto Procuratore Generale Dott. Gabriele Mazzotta che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Letti il ricorso ed i motivi proposti.

RITENUTO IN FATTO

(OMISSIS).

1.1…

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