Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31563 del 17 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:31563PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, in ragione delle sue funzioni e della sua posizione all'interno della pubblica amministrazione, si appropri di denaro o altra cosa mobile di cui possa disporre mediante atti amministrativi di sua competenza o di altri componenti dell'ufficio, anche in assenza di artifizi o raggiri, commette il reato di peculato, in quanto tale condotta lede il buon andamento della pubblica amministrazione, indipendentemente dalla precedenza cronologica o dalla contestualità della condotta fraudolenta rispetto all'appropriazione, essendo rilevante solo il fatto che le modalità concrete abbiano consentito all'agente di conseguire il possesso o la disponibilità del bene. Pertanto, il peculato si differenzia dalla truffa aggravata in quanto il possesso del bene pubblico è un antecedente dell'appropriazione, che a volte è necessario occultare con comportamenti fraudolenti, mentre nella truffa aggravata il possesso del bene viene conseguito con artifici o raggiri. Inoltre, il peculato ricorre quando il meccanismo per attuarlo non avrebbe potuto funzionare se l'agente non avesse rivestito la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio nel settore amministrativo nell'ambito del quale si è verificata l'illecita appropriazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/01/2018 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. COSTANZO ANGELO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. BIRRITTERI LUIGI, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
L'avvocato (OMISSIS) del foro di VITERBO difensore di fiducia di (OMISSIS) nel riportarsi ai motivi di ricorso insiste …

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