Il Sindaco, ai sensi dell'art. 3, comma 16, della legge n. 94 del 2009, può adottare un'ordinanza per disporre, nei casi di indebita occupazione di suolo pubblico a fini commerciali, l'immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e la chiusura temporanea dell'esercizio, per un periodo non inferiore a cinque giorni, fino al completo adempimento dell'ordine di rimozione e al pagamento delle spese o alla prestazione di idonea garanzia. Tale potere sindacale, esercitato in via ordinaria e non solo in situazioni di contingibilità e urgenza, è volto a tutelare il patrimonio pubblico e la qualità della convivenza sociale in ambiti territoriali di rilevanza storico-culturale, e non si pone in contrasto con la previsione di cui all'art. 6 della legge n. 77 del 1997 in materia di sospensione dell'attività in caso di recidiva, in quanto le due fattispecie hanno campi di applicazione alternativi e ben definiti. L'ordinanza sindacale che disciplina in via generale l'esercizio di tale potere sanzionatorio non viola il principio di legalità, in quanto l'attribuzione di tale potere al Sindaco, a prescindere dalle ipotesi di contingibilità e urgenza, non è incompatibile con l'ordinamento costituzionale. Pertanto, i provvedimenti applicativi adottati dai dirigenti competenti in esecuzione dell'ordinanza sindacale, privi di ulteriore discrezionalità, sono legittimi.