Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9676 del 7 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:9676PEN

Massima

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La legittima difesa non può essere invocata da colui che abbia innescato o accettato un duello o una sfida, in quanto manca il requisito della convinzione di dover agire per scopo difensivo e dell'inevitabilità della situazione di pericolo. Pertanto, il soggetto che, pur essendo stato minacciato telefonicamente, si rechi comunque all'incontro già armato di un'arma, non può invocare la scriminante della legittima difesa, essendo venuto meno il carattere di inevitabilità e di necessità dell'azione difensiva. Inoltre, la valutazione della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, fondata sulle modalità del fatto e sulla personalità violenta e priva di autocontrollo dell'indagato, rientra nell'ambito del libero convincimento del giudice e non può essere sindacata in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o priva di adeguata motivazione. Infine, la scelta della misura cautelare più idonea a fronteggiare il pericolo cautelare, nell'ambito di quelle astrattamente applicabili, è rimessa alla discrezionalità del giudice, la cui valutazione non può essere censurata in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. POSCIA Giorgio - rel. Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. GALATI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Roma, in funzione di giudice del riesame, del 13/06/2022;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIORGIO POSCIA;
letta la requisitoria scritta rassegnata, ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020 e succ. modd., articolo 23 dal Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ELISABETTA CENICCOLA, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.…

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