Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43855 del 18 novembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:43855PEN

Massima

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Il reato di omicidio preterintenzionale si configura quando l'evento morte costituisce il prodotto della specifica situazione di pericolo generata dall'agente con la condotta intenzionalmente diretta a ledere la persona, senza che sia necessario che l'evento di morte rappresenti lo sviluppo dello stesso evento di percosse o lesioni voluto dall'agente. Ai fini della configurabilità del dolo eventuale, occorre la rigorosa dimostrazione che l'agente si sia confrontato con la specifica categoria di evento che si è verificata nel caso concreto, aderendo psicologicamente ad essa, sulla base di una valutazione complessiva di una serie di indicatori quali la lontananza della condotta tenuta da quella doverosa, la personalità e le pregresse esperienze dell'agente, la durata e la ripetizione dell'azione, il comportamento successivo al fatto, il fine della condotta e la compatibilità con esso delle conseguenze collaterali, la probabilità di verificazione dell'evento, le conseguenze negative anche per l'autore in caso di sua verificazione, il contesto lecito o illecito in cui si è svolta l'azione nonché la possibilità di ritenere, alla stregua delle concrete acquisizioni probatorie, che l'agente non si sarebbe trattenuto dalla condotta illecita neppure se avesse avuto contezza della sicura verificazione dell'evento. Le cause sopravvenute idonee a escludere il rapporto di causalità sono sia quelle che innescano un percorso causale completamente autonomo rispetto a quello determinato dall'agente, sia quelle che, pur inserite in un percorso causale ricollegato alla condotta (attiva od omissiva) dell'agente, si connotino per l'assoluta anomalia ed eccezionalità, sì da risultare imprevedibili in astratto e imprevedibili per l'agente. Pertanto, l'agente che tiene una condotta aggressiva deve accettare, per scelta del legislatore, il rischio dell'evento letale della vittima, con tutte le conseguenze del caso, senza che possano rilevare come cause interruttive del nesso causale le concause dipendenti o indipendenti dal comportamento del colpevole.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. Scarl INI Enrico V. S - Presidente

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. PILLA Egle - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 14/02/2022 del TRIB. RIESAME di PALERMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. EGLE PILLA;
Lette le conclusioni scritte del Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Dott. MASTROBERARDINO Paola, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Letti i motivi aggiunti pervenuti in data 21 settembre 2022, del difensore di fiducia, (OMISSIS);
Lette le memorie di replica alle conclusioni del Procuratore generale, per…

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