Il pericolo di reiterazione del reato, valutato in base alla gravità dei fatti commessi, alla capacità a delinquere dell'indagato e alla pendenza di procedimenti per reati analoghi, può giustificare l'adeguatezza della sola custodia cautelare in carcere, anche in assenza di precedenti penali, qualora il giudice ritenga l'indagato incapace di adeguarsi alle prescrizioni e di osservare i limiti connessi a misure meno afflittive, in ragione dell'elevata pericolosità sociale desumibile dalle modalità di realizzazione dei reati, dall'utilizzo di mezzi violenti come l'esplosivo e dalla disponibilità di armi da fuoco, nonché dalla programmazione accurata delle condotte illecite e degli accorgimenti per evitare l'identificazione. In tali casi, la valutazione della specifica idoneità di una diversa misura cautelare, come gli arresti domiciliari, a garantire le esigenze cautelari non può prevalere sulla complessiva valutazione della pericolosità del soggetto, che fonda il giudizio di adeguatezza della sola custodia in carcere.