Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37649 del 11 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:37649PEN

Massima

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Il pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato, che giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, può essere desunto dalla gravità dei fatti, dalla professionalità e continuità della condotta criminosa, dalla ripetizione nel tempo delle condotte illecite, dai precedenti penali anche aspecifici, dalla particolare pervicacia criminale dimostrata nel perpetuare l'attività illegale nonostante precedenti esperienze giudiziarie, nonché dalla vicinanza temporale dei fatti contestati. La misura cautelare domiciliare può ritenersi inadeguata a fronteggiare il rischio di reiterazione criminosa, in particolare quando l'indagato deteneva lo stupefacente oggetto di spaccio proprio nelle mura domestiche, non essendo tale misura idonea a impedire i contatti con i canali di approvvigionamento e la clientela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TRONCI Andrea - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. BASSI Alessand - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da
(OMISSIS), nato a (OMISSIS),
avverso l'ordinanza del 25/02/2019 del Tribunale di Bari,
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BASSI Alessandra;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato;
udito il difensore, avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RIT…

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