Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3037 del 22 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:3037PEN

Massima

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La coltivazione non autorizzata di piante da cui sono estraibili sostanze stupefacenti integra un reato penalmente rilevante, anche quando finalizzata al solo uso personale della sostanza ricavata, in quanto tale condotta contribuisce ad accrescere la quantità di droga esistente e presenta un'intrinseca idoneità a produrre effetti droganti, a prescindere dallo stadio di sviluppo raggiunto dai vegetali e dalla quantità di principio attivo immediatamente ricavabile. L'offensività della condotta di coltivazione non è esclusa dal mancato compimento del processo di maturazione delle piante, né dalla destinazione personale della sostanza, purché gli arbusti siano prevedibilmente in grado di rendere, all'esito di un fisiologico sviluppo, quantità significative di prodotto dotato di effetti droganti. Pertanto, la coltivazione di piante di canapa indiana, anche se finalizzata all'uso personale, costituisce reato, in quanto attività intrinsecamente idonea a contribuire all'incremento della disponibilità di sostanze stupefacenti, a prescindere dalla quantità di principio attivo immediatamente ricavabile. Inoltre, la gravità della condotta e il pericolo di reiterazione del reato possono giustificare l'applicazione di una misura cautelare detentiva, come gli arresti domiciliari, ove risultino adeguate a fronteggiare le esigenze cautelari, in assenza di elementi che consentano di ritenere superata la presunzione di adeguatezza di tale misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. PAOLONI Giaco - rel. Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/04/2015 del Tribunale di Brescia - sezione riesame;
esaminati gli atti, il ricorso e l'ordinanza impugnata;
udita la relazione del consigliere Giacomo Paoloni;
udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto Procuratore generale Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro, che ha chiesto l'annullamento con rinvio sulle esigenze cautelari.
FATTO E DIRITTO
1. Con ordinanza del 14.4.2015 il g.i.p. del Tribunale di Mantova ha…

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