Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31062 del 17 agosto 2005

ECLI:IT:CASS:2005:31062PEN

Massima

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Il documento di identità costituisce il principale strumento per l'accertamento dell'identità personale di un soggetto ai fini dell'autenticazione di atti e sottoscrizioni da parte di un pubblico ufficiale, quale il notaio. L'esibizione di un documento di identità contraffatto, al fine di indurre in errore il notaio sulla reale identità del soggetto, integra il reato di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, di cui all'art. 479 c.p., anche qualora il notaio non abbia effettuato ulteriori accertamenti oltre all'esame del documento esibito. Ciò in quanto l'obbligo di verifica dell'identità personale grava sul soggetto che richiede l'autenticazione, mentre il notaio è tenuto a compiere gli accertamenti di rito sulla base del documento presentato, senza essere onerato di ulteriori indagini. Pertanto, l'imputazione per il reato di cui all'art. 479 c.p. è configurabile anche nel caso in cui il notaio abbia proceduto all'autenticazione di una firma apposta con un falso nome, in assenza di ulteriori accertamenti sulla reale identità del soggetto, qualora questi abbia consapevolmente esibito un documento di identità contraffatto al fine di indurre in errore il pubblico ufficiale. In tali ipotesi, l'eventuale mancata indicazione da parte del notaio delle modalità di identificazione del firmatario non esclude la responsabilità dell'autore mediato del falso, atteso che l'obbligo di accertare l'identità personale grava sul soggetto che richiede l'autenticazione e non sul pubblico ufficiale che vi procede.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE QUINTA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Giuseppe PIZZUTI - Presidente
Pier Francesco MARINI - Consigliere
Giuliana FERRUA - Consigliere
Giuseppe SICA - Consigliere
Pietro DUBOLINO - Consigliere
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
St. De Cu. N. IL (...);
avverso sentenza del 03/12/2003 CORTE APPELLO DI ROMA;
visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;
udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. SICA Giuseppe;
udito il Procuratore Generale in persona del Dr. PALOMBARINI Giovanni che ha concluso per il rigetto.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con sentenza del tribunale di Roma, 13/12/2001, St. De Cu., veniva dichiarato responsabile del reato di cui agli articoli 48, 476.2, 479 C.P. per avere indotto in errore il notaio Vi. di Ro. sulla reale identità dell'imputato, mediante l&#…

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