Il potere di annullamento in autotutela di un provvedimento edilizio, ai sensi dell'art. 21-nonies della Legge n. 241/1990, deve essere motivato in maniera rafforzata circa la sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale prevalente su quello del privato alla conservazione dell'atto, essendo l'onere motivazionale attenuato solo in presenza di interessi pubblici "autoevidenti". Pertanto, l'annullamento in autotutela di un permesso di costruire e di una successiva SCIA, in assenza di una adeguata e approfondita valutazione dell'interesse pubblico prevalente, integra un sviamento di potere e una violazione del principio di buon andamento della pubblica amministrazione. Inoltre, in presenza di opere realizzate in parziale difformità dal titolo abilitativo, l'amministrazione è tenuta a valutare la possibilità di applicare la sanzione pecuniaria sostitutiva prevista dall'art. 34 del D.P.R. n. 380/2001, anziché procedere direttamente all'ordine di demolizione, al fine di contemperare l'esigenza di ristabilire la legalità edilizia con quella di assicurare la sicurezza pubblica.