Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37849 del 12 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:37849PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta, di cui all'art. 216 della Legge Fallimentare, comporta l'applicazione di pene accessorie, quali l'inabilitazione all'esercizio di un'impresa commerciale e l'incapacità di ricoprire uffici direttivi presso qualsiasi impresa. Tali pene accessorie, in seguito alla pronuncia della Corte Costituzionale n. 222 del 2018, devono essere determinate in concreto dal giudice sulla base dei criteri di cui all'art. 133 c.p., senza che la legge ne fissi una durata predeterminata. Pertanto, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la durata delle pene accessorie, valutando le circostanze del caso concreto e i criteri di cui all'art. 133 c.p., al fine di assicurare il rispetto del principio di proporzionalità della pena. La mancata osservanza di tali principi comporta l'annullamento della sentenza con rinvio per il nuovo esame della durata delle pene accessorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/06/2017 della CORTE APPELLO di ANCONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CATERINA MAZZITELLI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. MIGNOLO Olga che ha concluso chiedendo;
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento con rinvio limitatamente alla durata delle pene accessorie. Inammissibilita' ne…

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