Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37445 del 28 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:37445PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., si configura in capo a colui che si trovi in rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare un ruolo dinamico e funzionalistico, in esplicazione del quale l'interessato prende parte al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi. Tale partecipazione può essere desunta da indicatori fattuali dai quali, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, possa logicamente inferirsi l'appartenenza, purché si tratti di indizi gravi e precisi, come i comportamenti tenuti nelle pregresse fasi di osservazione e prova, l'affiliazione rituale, l'investitura della qualifica di uomo d'onore, la commissione di delitti-scopo, oltre a molteplici e significativi facta concludentia, idonei a dare la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo nonché della duratura e sempre utilizzabile messa a disposizione della persona, con puntuale riferimento allo specifico periodo temporale considerato dall'imputazione. Ai fini della valutazione della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia devono essere apprezzate nella loro attendibilità intrinseca e nella loro capacità dimostrativa e persuasiva probatoria per mezzo di riscontri esterni individualizzanti, inerenti alle modalità oggettive del fatto descritto dal chiamante e soggettivamente indirizzati, ferma restando la diversità dell'oggetto della delibazione cautelare, preordinata a un giudizio prognostico in termini di ragionevole e alta probabilità di colpevolezza del chiamato, rispetto a quella di merito, orientata invece all'acquisizione della certezza processuale in ordine alla colpevolezza dell'imputato. La presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari, posta dall'art. 275, comma 3, c.p.p. con riguardo al titolo del delitto contestato, di cui ricorrono i gravi indizi di colpevolezza, postula l'acquisizione di specifici elementi perché possa ritenersi superata, come la prova della stabile rescissione da parte dell'associato dei legami con l'organizzazione criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1268/2011 TRIBUNALE LIBERTA' di TORINO, del 29/06/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere dott. Angela Tardio;

sentite le conclusioni del Procuratore Generale dott. Francesco Mauro Iacoviello, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata limitatamente alle esigenze cautelari e il rigetto del ricorso nel resto;

sentiti per il ric…

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