La rideterminazione del canone di occupazione dovuto dagli utenti non aventi titolo alla concessione di alloggi di servizio del Ministero della Difesa, ai sensi dell'art. 6, comma 21 quater, del D.L. n. 78/2010 convertito in legge n. 122/2010, non è subordinata all'intimazione dell'obbligo di rilascio dell'alloggio abusivamente occupato, in quanto tale obbligo sussiste indipendentemente da tale intimazione, in ragione della risoluzione automatica del rapporto concessorio per venir meno del presupposto del rapporto di servizio tra l'occupante e l'Amministrazione. Il canone di occupazione sine titulo può essere legittimamente commisurato non solo al prezzo di mercato dell'immobile, ma anche alla durata dell'occupazione abusiva e alla capacità economica dell'occupante, in quanto tali elementi sono rilevanti per quantificare il danno prodotto all'Amministrazione e l'ingiustificato arricchimento dell'occupante, nonché per operare in funzione dissuasiva. Pertanto, la scelta di determinare il canone definitivo sulla base di tali parametri, anziché esclusivamente sul prezzo di mercato, non configura uno sviamento di potere, ma risulta coerente con la ratio della normativa in esame, volta a contemperare gli interessi pubblici e privati coinvolti. Tuttavia, l'Amministrazione è tenuta a effettuare un adeguato sopralluogo e istruttoria per accertare le effettive caratteristiche degli immobili ai fini della corretta determinazione del canone, non potendo basarsi su meri dati presuntivi. Infine, il canone definitivo decorre dalla data di notifica del relativo provvedimento, senza possibilità di applicazione retroattiva.