Cassazione penale Sez. V sentenza n. 5768 del 5 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:5768PEN

Massima

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Il rilascio di false generalità a pubblico ufficiale integra il reato di cui all'art. 496 c.p. anche quando il soggetto esibisce la fotocopia del documento di identità di un'altra persona, in quanto tale condotta è idonea a trarre in inganno l'agente pubblico sulla vera identità dell'individuo. Il giudice di merito, nel valutare la prova, può legittimamente fare affidamento sulla testimonianza del pubblico ufficiale che abbia consultato un proprio atto di servizio per rinfrescare la memoria, in quanto tale modalità è espressamente prevista dall'art. 499, comma 5, c.p.p. e non determina l'inutilizzabilità della deposizione. La motivazione della sentenza di condanna, che ricostruisce in modo logico e coerente gli elementi probatori a sostegno della responsabilità dell'imputato, è immune da vizi di illogicità o carenza argomentativa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Firenze del 24/10/2011;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del consigliere Dott. BRUNO ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GERACI Vincenzo, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte d'appello…

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