Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 5695 del 6 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:5695PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene è legittimo quando sussiste un nesso di pertinenza specifico e stabile tra il bene e l'attività illecita contestata, tale da rendere probabile che la libera disponibilità del bene da parte dell'indagato possa agevolare la reiterazione del reato o il protrarsi delle sue conseguenze, anche in considerazione di precedenti specifici dell'indagato. Il giudizio prognostico sulla probabilità di reiterazione del reato deve essere adeguatamente motivato, senza che rilevi la fungibilità o infungibilità del bene sottoposto a sequestro, essendo sufficiente l'accertamento di un legame qualificato tra il bene e l'attività illecita. Il sequestro preventivo non costituisce una misura meramente punitiva, ma ha una finalità cautelare di impedire la prosecuzione o la reiterazione dell'attività criminosa, ragion per cui la revoca del provvedimento non può essere automatica a fronte del venir meno di singoli presupposti, dovendo il giudice valutare complessivamente la permanenza delle esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. ZECCA Gaetanino - Consigliere

Dott. IACOPINO Silvana Giovann - Consigliere

Dott. AMENDOLA Adelaide - Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BO. GR. n. IL (OMESSO);

Contro ordinanza resa dal Tribunale del riesame di Trento in sede di appello;

letti gli atti, la ordinanza impugnata e il ricorso;

udita la relazione svolta alla udienza camerale dal Consigliere Dott. Gaetanino Zecca;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DE SANDRO Anna Maria, che ha concluso per l'annullamento (senza rinvio) del provvedimento impugnato.

PREMESSO IN…

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