Cassazione penale Sez. I sentenza n. 597 del 11 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:597PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve tenere conto della persistente pericolosità sociale del condannato, desumibile dalla gravità e reiterazione delle condotte delittuose commesse anche successivamente alla condanna, nonché dall'inefficacia della detenzione nel determinare un'adeguata rieducazione e astensione dalla commissione di ulteriori reati. Ove tali elementi inducano a ritenere che il condannato non sia in grado di adeguarsi ai valori socialmente condivisi, il giudice è legittimato a negare le misure alternative, ritenendo necessaria la verifica in ambiente detentivo della capacità del medesimo di conformarsi a tali valori. Il giudizio di pericolosità sociale deve essere espresso in modo specifico e congruamente motivato, senza che possano assumere rilievo mere irregolarità formali del procedimento che non abbiano determinato alcun pregiudizio per l'attività defensionale o per l'effettivo svolgimento dell'attività giurisdizionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1060/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di REGGIO CALABRIA, del 09/12/2014;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. NOVIK ((omissis));
lette le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con ordinanza emessa in data 9 dicembre 2014 il Tribunale di sorveglianza di Reggio di Calabria rigettava l'istanza presentata da (OMISSIS), per la concessione dell&#x…

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