Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30463 del 2 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30463PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare il ricorso avverso la sentenza di condanna per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali in danno del figlio minore, afferma che: Il principio di diritto consolidato in tema di ricorso per cassazione impone alla parte che eccepisce l'inutilizzabilità di atti processuali l'onere di indicare specificamente gli atti affetti dal vizio e di chiarirne l'incidenza decisiva sul complessivo compendio indiziario, pena l'inammissibilità del ricorso per genericità del motivo. Nel caso di specie, il ricorrente ha prospettato l'inutilizzabilità delle dichiarazioni confessorie rese dalla madre dinanzi al Tribunale per i Minorenni, senza tuttavia dimostrarne l'effettiva incidenza sulla motivazione della sentenza impugnata, la quale ha comunque valorizzato altri elementi probatori a sostegno della condanna. Inoltre, la richiesta di una perizia di tipo personologico sul minore non può essere valutata in termini di omessa acquisizione di prova decisiva, essendo pacifico che l'accertamento peritale non possa costituire prova di tale natura. Piuttosto, avrebbe dovuto essere verificata l'incidenza dell'accertamento richiesto sulla valutazione dell'attendibilità del minore, ma il motivo è stato dedotto in modo generico e aspecifico, senza analizzare la decisività del tema in relazione alla pluralità di elementi posti a fondamento del giudizio di responsabilità penale. Analogamente, la dedotta inattendibilità della persona offesa (il padre del minore) è stata prospettata in modo parimenti generico, senza alcuna analisi della decisività di tale profilo rispetto alla complessiva motivazione della sentenza. In definitiva, l'inammissibilità del ricorso è determinata dalla genericità e aspecificità dei motivi, i quali non hanno dimostrato l'effettiva incidenza dei vizi denunciati sulla valutazione complessiva operata dalla Corte di appello a sostegno della condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/09/2019 della Corte di appello di Palermo;
esaminati gli atti, letto il ricorso e la sentenza impugnata;
udita la relazione del consigliere, ((omissis));
udita la requisitoria del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS) in sost. Avv. (OMISSIS), che si e' riportato al ricorso, chiedendone …

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