Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14534 del 24 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:14534PEN

Massima

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Il mancato versamento della cauzione imposta in sede di applicazione di una misura di prevenzione personale non integra il reato di cui all'art. 3-bis della L. n. 575/1965 (ora art. 76 del D.Lgs. n. 159/2011) qualora l'imputato versi in condizioni di grave indigenza e di impossibilità economica di adempiere all'obbligo, circostanze che il giudice è tenuto ad accertare con riferimento al momento in cui avrebbe dovuto essere effettuato il pagamento, non essendo sufficiente la valutazione della capacità economica cristallizzata nella fase preliminare. L'impossibilità economica di far fronte all'obbligo della cauzione è deducibile anche nel giudizio penale ai fini della responsabilità per il reato di inosservanza, gravando sull'imputato l'onere di allegare i fatti che hanno impedito il pagamento, mentre incombe sul giudice il dovere di accertare la reale condizione economica dell'imputato al momento dell'inottemperanza, anche in considerazione di eventuali provvedimenti di confisca o sequestro adottati nei suoi confronti. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a svolgere specifici accertamenti sulla situazione economica dell'imputato al momento in cui avrebbe dovuto essere versata la cauzione, non essendo sufficiente la mera valutazione della capacità economica effettuata in sede di applicazione della misura di prevenzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. CATENA Rossella - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte di Appello di Milano emessa in data 04/04/2016;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico ministero, in persona della dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Milano confermava …

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