L'attività di sistemazione agraria che comporta lo scavo e la movimentazione di terre e rocce non costituisce di per sé attività di cava soggetta ad autorizzazione regionale, salvo che il materiale estratto non venga utilizzato a scopi industriali, edilizi o per opere stradali o idrauliche, ai sensi dell'art. 12 bis, commi 2 e 3, della l.r. 25/1992. L'accertamento della natura e della destinazione del materiale scavato è pertanto essenziale per qualificare l'attività come estrattiva soggetta ad autorizzazione. Inoltre, la mera movimentazione di terre e rocce da scavo, in quantità inferiori ai limiti previsti dalla normativa statale, non integra gli estremi della violazione sanzionata, essendo esclusa dalla disciplina sui rifiuti. Tuttavia, l'onere di provare la conformità dell'attività svolta alle finalità di miglioramento fondiario e la destinazione del materiale estratto a tali scopi, nonché l'entità effettiva dello scavo, grava sull'interessato, il quale deve fornire adeguata documentazione a supporto delle proprie deduzioni. In assenza di tale prova, l'Amministrazione può legittimamente accertare la violazione e irrogare la relativa sanzione, sulla base di una puntuale ricostruzione dei fatti e della quantificazione del materiale estratto, che non risulti inficiata da elementi probatori decisivi contrari.