Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16762 del 2 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:16762PEN

Massima

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Il ricorso avverso il provvedimento applicativo di una misura cautelare custodiale, divenuta inefficace per successiva revoca, è dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, qualora il ricorrente non abbia dedotto specificamente e motivatamente la sussistenza di un concreto pregiudizio derivante dal mancato conseguimento della riparazione per ingiusta detenzione, in quanto l'interesse a coltivare l'impugnazione ai fini di tale riparazione deve essere personalmente e specificamente dedotto dall'interessato. Pertanto, il venir meno dell'interesse alla decisione del ricorso, sopraggiunto successivamente alla sua proposizione, non comporta la condanna alle spese, non configurandosi un'ipotesi di soccombenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. IPPOLITO Franco - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Mi. Lu. ;

avverso l'ordinanza del 9 ottobre 2010 del Tribunale della Liberta' di Roma;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. IACOVIELLO ((omissis)), che ha concluso chiedendo declaratoria di inammissibilita' per intervenuta carenza di interesse…

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