Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26023 del 6 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:26023PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si consuma quando l'agente, mediante minaccia o violenza, costringe la vittima a compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio vantaggio, indipendentemente dalle ragioni soggettive che inducono la persona offesa ad aderire alla pretesa estorsiva e dalla provenienza del denaro consegnato. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva che l'intervento della polizia giudiziaria abbia impedito all'agente di disporre liberamente della somma estorta, essendo sufficiente che la vittima sia stata costretta a consegnarla. Inoltre, il carattere plurioffensivo del delitto di estorsione, la gravità delle minacce arrecate e la non occasionalità della condotta delittuosa possono escludere il riconoscimento dell'attenuante del danno di minima entità e limitare l'estensione del beneficio delle circostanze attenuanti generiche, anche in presenza di precedenti penali risalenti nel tempo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IMPERIALI Luciano - Presidente

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/06/2020 della CORTE. APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. Vincenzo Tutinelli;
La trattazione del ricorso e' avvenuta con le forme previste dal Decreto Legge n.137 del 28 ottobre 2020, articolo 23, comma 8, convertito dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176 lette le conclusioni del Pubblico Ministero, …

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