Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 34818 del 7 agosto 2014

ECLI:IT:CASS:2014:34818PEN

Massima

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Il reato associativo di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 può essere integrato anche in assenza di un patto espresso tra i partecipi, purché risulti provata in modo rigoroso e puntuale l'esistenza di un vincolo associativo desumibile da fatti concludenti, quali la continuità e la fungibilità dell'attività delittuosa, la consapevolezza dei singoli di operare per l'attuazione di un medesimo programma criminoso, la disponibilità costante dei sodali a porsi al servizio del sodalizio. Ai fini della configurabilità di tale fattispecie, non è necessaria la prova di una cassa comune o di una rilevante predisposizione di mezzi, essendo sufficiente che emerga un legame che travalica i singoli episodi criminosi e denoti una struttura organizzativa, ancorché minima, idonea a perseguire in modo stabile e duraturo gli scopi illeciti. Inoltre, il contributo del singolo partecipe all'associazione può ritenersi apprezzabile anche in assenza di un ruolo apicale, ove risulti la sua costante disponibilità a svolgere attività esecutive funzionali alla realizzazione del programma criminoso. Ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari, la gravità indiziaria del reato associativo, unitamente alla persistenza della disponibilità del singolo a porsi al servizio del sodalizio e all'assenza di elementi sintomatici di un mutamento della personalità dell'indagato, possono giustificare l'applicazione della misura cautelare più afflittiva, anche in assenza di un pericolo di fuga o di reiterazione del reato, atteso che il decorso di un considerevole lasso di tempo dalla commissione dei fatti non assume rilievo decisivo in presenza di altri elementi convergenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. ESPOSITO Lucia - Consigliere

Dott. GRASSO Giuseppe - Consigliere

Dott. DOVERE Salvatore - Consigliere

Dott. IANNELLO Emilio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2137/2013 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 19/12/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMILIO IANNELLO;

sentite le conclusioni del PG Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 19/12/2013 il Tribunale di Catania, ritenuta la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezz…

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