Il cambio di destinazione d'uso di un immobile da locale non residenziale (deposito/magazzino) a unità abitativa, realizzato successivamente all'imposizione di un vincolo paesaggistico, costituisce una trasformazione edilizia che richiede il preventivo rilascio del permesso di costruire. Tale intervento, essendo riconducibile alle tipologie 1, 2 e 3 dell'allegato 1 del d.l. 269/2003, non è ammissibile a sanatoria in quanto realizzato in area sottoposta a vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 32, comma 26, del medesimo decreto legge, come interpretato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 225/2012 che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle disposizioni regionali che ampliavano la condonabilità di tali interventi. Pertanto, il provvedimento di diniego del condono edilizio adottato dall'amministrazione comunale in presenza di un previo vincolo paesaggistico sull'area risulta pienamente legittimo, a prescindere dalla circostanza che l'intervento non abbia comportato un aumento volumetrico, essendo sufficiente il mero cambio di destinazione d'uso da non residenziale a residenziale per configurare la necessità del permesso di costruire e l'esclusione dalla sanatoria.