Il provvedimento amministrativo di revoca di un appalto pubblico, fondato su un'informativa antimafia successivamente annullata in sede giurisdizionale, comporta la responsabilità dell'amministrazione per i danni subiti dall'impresa appaltatrice, i quali devono essere risarciti in forma specifica mediante il ripristino dell'esecuzione del contratto per il periodo residuo non goduto, con riconoscimento del maggior valore economico delle prestazioni rispetto alle pattuizioni originarie. Ove ciò non sia possibile, il risarcimento deve avvenire per equivalente, nella misura equitativa del 7% sull'importo a base d'asta al netto del ribasso operato dall'impresa. L'amministrazione non può limitarsi a prendere atto dell'obbligo risarcitorio, ma deve adottare provvedimenti espressi e motivati volti a dare concreta attuazione alla sentenza di condanna, senza poter far ricorso a proroghe o affidamenti meramente finalizzati alla copertura del servizio, in quanto ciò non soddisfa la pretesa risarcitoria. La competenza dell'amministrazione a provvedere sull'affidamento del servizio non viene meno per il solo fatto che successivamente essa sia stata trasferita ad altra autorità, dovendo comunque l'amministrazione soccombente adottare gli atti necessari per dare esecuzione alla sentenza.