Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6271 del 21 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:6271PEN

Massima

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Il reato di minaccia a pubblico ufficiale si configura quando la condotta dell'agente, anche se priva di un contenuto seriamente intimidatorio, risulta idonea a coartare la volontà del soggetto passivo, tenuto conto delle delicate condizioni in cui quest'ultimo si trova ad operare e della sua responsabilità per la sicurezza e la tranquillità dei terzi. La minaccia, anche se non esplicita, può essere desunta dal contesto e dalle circostanze in cui è stata proferita, come l'accompagnamento di un'intimazione a non compiere determinati atti. In tali casi, la condotta dell'agente integra il reato di cui all'art. 336 c.p., a prescindere dalla concreta realizzazione dell'atto contrario ai doveri d'ufficio o dell'omissione di un atto dovuto, essendo sufficiente l'idoneità della minaccia a condizionare la libertà di determinazione del pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni. Il giudizio di idoneità della condotta minacciosa deve essere effettuato in concreto, tenendo conto della posizione e delle condizioni operative del soggetto passivo, nonché dell'effettiva capacità della minaccia di incidere sulla sua libertà di agire. Pertanto, la configurabilità del reato di minaccia a pubblico ufficiale non richiede necessariamente l'uso di espressioni esplicitamente intimidatorie, essendo sufficiente che la condotta dell'agente, valutata nel suo complesso, risulti idonea a condizionare la volontà del pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, a prescindere dalla concreta realizzazione dell'atto contrario ai doveri d'ufficio o dell'omissione di un atto dovuto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pa. Um. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del 26/09/2007 della Corte di appello dell'Aquila;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Giovanni Conti;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. SPINACI Sante che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appello dell'Aq…

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