Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20877 del 3 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20877PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno può essere applicata anche in assenza di una condanna penale definitiva, qualora il giudice della prevenzione accerti, sulla base di un compendio indiziario complessivo, la contiguità di interessi del soggetto con la criminalità organizzata di tipo mafioso e il suo contributo alla realizzazione degli interessi della consorteria, senza che sia necessario che gli stessi elementi siano stati ritenuti sufficienti per una condanna penale. Il giudizio di pericolosità sociale del soggetto può fondarsi su elementi diversi e ulteriori rispetto a quelli valutati in sede penale, purché logicamente e adeguatamente motivati, senza che ciò comporti una violazione del principio del ne bis in idem. Pertanto, il provvedimento di applicazione della misura di prevenzione può essere legittimamente adottato anche quando il soggetto sia stato assolto in sede penale dal reato di associazione mafiosa, qualora il giudice della prevenzione ritenga che gli elementi acquisiti, unitamente ad altri dati non valutati nel processo penale, siano comunque idonei a dimostrare la sua contiguità agli ambienti mafiosi e la sua disponibilità a realizzarne gli interessi, in una prospettiva di prevenzione e di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. La valutazione della pericolosità sociale del soggetto e della sua attualità, ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione, deve essere effettuata dal giudice della prevenzione in modo autonomo e distinto rispetto al giudizio penale, sulla base di un apprezzamento complessivo degli elementi indiziari acquisiti, senza che sia necessario un riscontro puntuale e specifico di tutte le deduzioni difensive, purché la motivazione non risulti manifestamente illogica o carente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

BO. Gi. , nato il (OMESSO);

avverso il decreto in data 16.9.2009 della Corte d'appello di Palermo.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

Udita la relazione fatta dal consigliere Dott. M. Stefania Di Tomassi;

Lette le richieste del Sostituto Procuratore generale Dott. Gioacchino Izzo che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

FATTO

1. Con il provvedimento in epigrafe la Corte d'appello di Palermo confermava il de…

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