Cassazione penale Sez. III sentenza n. 12653 del 22 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:12653PEN

Massima

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Il possesso di beni culturali di interesse archeologico, appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato in quanto rinvenuti nel sottosuolo, integra il reato di cui all'art. 176, comma 1, del d.lgs. n. 42 del 2004, a prescindere dall'avvenuta dichiarazione di interesse culturale di cui all'art. 13 dello stesso decreto. Il giudizio sulla tenuità dell'offesa, ai fini dell'applicabilità della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p., deve tenere conto non solo dell'esiguo valore economico dei beni, ma anche della loro provenienza da scavi clandestini, che comporta il saccheggio di un patrimonio della collettività. L'accertamento della provenienza dei beni da scavi abusivi, effettuato sulla base di elementi fattuali logicamente motivati, è insindacabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. CORBETTA Stefano - rel. Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/02/2019 della Corte di appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
letta le requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FIMIANI Pasquale, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS) che ha concluso chiedendo l'accoglimento dei ricorsi.<…

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