Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari che rigetta l'istanza di revoca o sostituzione di una misura cautelare è ammissibile solo per violazione di legge, non per vizi di motivazione o illogicità manifesta, dovendo in tal caso essere proposto appello al tribunale competente. Il giudice di legittimità, qualificato il ricorso come appello, dispone la trasmissione degli atti al tribunale per i minorenni, con contestuale comunicazione del provvedimento al direttore dell'istituto penitenziario, in ossequio alle disposizioni di cui all'art. 310 c.p.p. e all'art. 94, comma 1-ter, disp. att. c.p.p. Il principio di diritto affermato mira a garantire il rispetto delle norme processuali che disciplinano i mezzi di impugnazione avverso le ordinanze cautelari, assicurando l'applicazione uniforme della legge e la corretta individuazione del giudice competente a decidere sull'appello. Tale principio, di carattere generale, trova applicazione in tutti i casi analoghi in cui venga proposto ricorso per cassazione avverso un'ordinanza cautelare non impugnabile con tale mezzo, al fine di evitare un uso distorto delle impugnazioni e preservare la coerenza del sistema processuale.