Cassazione penale Sez. II sentenza n. 3878 del 29 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:3878PEN

Massima

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Il giudice chiamato a valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, è tenuto a motivare in modo esaustivo e logico sulla concreta e attuale pericolosità sociale dell'imputato, tenendo conto in particolare del tempo trascorso dalla commissione del reato. Il mero richiamo alla gravità del fatto, ai precedenti penali e ai legami con ambienti criminali, senza una puntuale valutazione dell'incidenza del fattore temporale sulla permanenza del pericolo di reiterazione del reato, non è sufficiente a giustificare l'attualità e la concretezza del rischio cautelare. Inoltre, in assenza di presunzioni legali di pericolosità, grava sull'accusa l'onere di fornire elementi probatori idonei a dimostrare la sussistenza delle esigenze cautelari, senza poter addossare alla difesa l'onere di provare l'insussistenza del pericolo di recidiva o l'avvenuto ravvedimento dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE SANTIS Anna - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), n. a (OMISSIS);
2) (OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza resa in data 28/6/2018 dal Tribunale di Reggio Calabria, Sezione per il riesame delle misure cautelari personali;
Visti gli atti, l'ordinanza impugnata e i ricorsi;
udita nell'udienza camerale del 5/11/2019 la relazione del Cons. Dott.ssa DE SANTIS ((omissis));
udita la requisitoria del Sost. Proc. Gen. Dott. CORASANITI Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
uditi i difensori…

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