Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18488 del 4 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:18488PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, in ragione del proprio ufficio, abbia la disponibilità materiale di denaro pubblico, integra il reato di peculato anche qualora tale disponibilità sia stata acquisita in violazione delle disposizioni organizzative interne dell'ente, poiché ciò non elide i presupposti del peculato, che si verifica tanto se il denaro sia nella disponibilità giuridica quanto in quella meramente materiale dell'agente. Pertanto, l'agire in violazione delle norme interne sull'esazione dei crediti non esclude la configurabilità del peculato, che si realizza quando il possesso del denaro pubblico derivi dall'esercizio di fatto o arbitrario di funzioni, a prescindere dalle modalità di acquisizione della disponibilità. Inoltre, integra il reato di accesso abusivo a sistema informatico protetto anche la condotta di chi, pur essendo abilitato all'accesso, violi le condizioni e i limiti risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite dal titolare del sistema per delimitarne oggettivamente l'accesso, a prescindere dalle finalità soggettive che abbiano motivato l'ingresso nel sistema. Infine, il quadro indiziario grave e preciso, unitamente alla sussistenza di concreti e attuali pericoli di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato, possono giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in ossequio ai principi di adeguatezza e proporzionalità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale di Palermo il 14 ottobre 2014;

visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso; udita la relazione del consigliere Dott. MOGINI Stefano;

udito il sostituto procuratore generale Dott. CANEVELLI Paolo che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Palermo ha rigettato la richiesta di riesame proposta nell'interesse d…

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