Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41770 del 13 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:41770PEN

Massima

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Il dovere di astensione degli amministratori pubblici in presenza di un interesse proprio o dei propri congiunti non comporta automaticamente l'integrazione del reato di abuso di ufficio, essendo necessario anche l'accertamento di un danno ingiusto o di un ingiusto vantaggio patrimoniale. Pertanto, la mera violazione dell'obbligo di astensione non è sufficiente a integrare il reato di abuso di ufficio, dovendosi verificare altresì l'effettiva sussistenza di un evento di danno o di vantaggio ingiusto, che non può essere desunto in via automatica dalla condotta illegittima. Inoltre, il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito in ordine alla ricostruzione dei fatti e all'accertamento dell'esistenza del danno ingiusto, essendo precluso in sede di ricorso per cassazione un nuovo esame degli elementi fattuali posti a fondamento della decisione impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) - parte civile;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/05/2016 della Corte di appello di Messina;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
sentite le richieste del Pubblico Ministero, in persona dell'Avvocato Generale Dr. ((omissis…

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