Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30419 del 22 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30419PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualifica e dei connessi poteri funzionali, induce il privato a consegnargli indebitamente beni o utilità, approfittando della sua posizione di preminenza e ingenerando nel soggetto privato la fondata convinzione di dover sottostare alle sue decisioni per evitare il pericolo di subire un pregiudizio, integra il reato di concussione, anche in assenza di esplicite minacce o richieste. Tale condotta, infatti, comprime la libertà di autodeterminazione del privato, il quale si trova in uno stato di soggezione psicologica che lo induce a cedere alla richiesta indebita, pur in assenza di una coartazione diretta della sua volontà. La spontaneità della dazione non può essere dedotta dalla mera esistenza di un pregresso rapporto di amicizia tra il pubblico ufficiale e il privato, dovendosi invece valutare complessivamente le circostanze del caso concreto, tra cui il comportamento arrogante e intimidatorio tenuto dal pubblico ufficiale, la posizione di preminenza da questi rivestita e la consapevolezza del privato di poter subire future ritorsioni in caso di rifiuto. In tali ipotesi, non è configurabile un'ipotesi alternativa di corruzione, essendo esclusa la volontarietà della dazione da parte del privato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ME. MI. N. IL (OMESSO);

2) ME. LU. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 15/06/2006 CORTE APPELLO di CALTANISSETTA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MATERA LINA;

Sentito il P.G. Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto dei ricorsi;

Sentito l'avv. ((omissis)), difensore di Me. Lu. , che si riporta ai motivi di ricorso.

FATTO

Con la sentenza indicata in epi…

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