Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38410 del 3 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:38410PEN

Massima

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Il diritto di critica, anche aspra, nei confronti di pubblici ufficiali o di soggetti che svolgono funzioni pubbliche, trova un limite nel divieto di espressioni lesive della reputazione altrui, prive di un fondamento oggettivo e razionale. Pertanto, le dichiarazioni diffamatorie, anche se formulate in maniera colorita, non possono essere giustificate come meri "lamenti" o esercizio legittimo del diritto di manifestazione del pensiero, quando risultino prive di un giustificato motivo e siano idonee a ledere ingiustificatamente la reputazione altrui. Il giudice è tenuto a valutare compiutamente gli elementi probatori emersi nel processo, senza limitarsi a considerare le espressioni utilizzate, ma verificando la sussistenza di un fondamento oggettivo alle critiche mosse, al fine di accertare la legittimità o meno della condotta imputata. La motivazione della sentenza deve essere logica e coerente con l'esame degli elementi di prova acquisiti, senza contraddizioni o lacune che ne inficino la razionalità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizi - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI ROMA;

e dalle parti civili:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1721/2007 GIUDICE di PACE di ROMA, del 09/05/2011;

nel procedimento a carico di:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

visti gli atti, la sentenza e il ricorso.

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