Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22710 del 14 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22710PEN

Massima

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Il falso materiale in assegni, anche se realizzato da altri, integra il concorso nel reato di truffa quando l'imputato si sia consapevolmente avvalso di tali documenti falsi per porre in essere condotte ingannatorie finalizzate all'induzione in errore della vittima, essendo irrilevante ai fini della configurabilità del concorso nel reato di truffa l'incerta acquisizione personale dei titoli falsificati da parte dell'imputato. Infatti, la consapevolezza dell'imputato di avvalersi di documenti falsi, unitamente alla finalità truffaldina delle sue condotte, è sufficiente a integrare il concorso nel reato di truffa, a prescindere dalla provenienza delittuosa dei documenti utilizzati, potendo il concorso realizzarsi anche attraverso il mero sfruttamento di una falsità già esistente. Pertanto, la condanna per truffa è legittima anche quando l'imputato non sia stato ritenuto responsabile del reato di ricettazione degli assegni falsificati, essendo sufficiente la dimostrazione della sua consapevolezza nell'utilizzo di documenti falsi ai fini dell'induzione in errore della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ER. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1967/2008 CORTE APPELLO di ROMA, del 30/09/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA Mario;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO G. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. ((omissis)).

RITENUTO

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