Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3209 del 26 gennaio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:3209PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave si configura anche quando le espressioni intimidatorie non sono pronunciate in presenza della persona offesa, purché quest'ultima ne venga a conoscenza attraverso altri canali e il contesto e le circostanze concrete siano idonei a cagionare in essa un effettivo stato di turbamento psichico. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che la persona offesa si sia sentita effettivamente intimidita, essendo sufficiente che la minaccia, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle circostanze del fatto, sia astrattamente idonea a produrre tale effetto. Ciò vale in particolare quando le minacce sono proferite in un contesto carcerario, tra detenuti con pregressi episodi conflittuali, e sono accompagnate da tentativi di aggressione fisica, in quanto tali elementi concorrono a conferire alle espressioni una portata minatoria oggettivamente rilevante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/03/2020 della Corte di Appello di Trieste;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIUSEPPE RICCARDI;
lette le richieste scritte ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. Giordano Luigi, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita…

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