Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35089 del 14 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35089PEN

Massima

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Il diritto di critica, costituzionalmente garantito, consente l'espressione di giudizi e opinioni anche aspri e forti su atti e provvedimenti amministrativi, purché non trascendano in attacchi personali diretti a colpire la sfera morale e penalmente protetta del soggetto criticato. La valutazione della legittimità della critica non attiene alla fondatezza dei rilievi mossi, ma alla modalità della loro esplicazione, che deve mantenersi entro i limiti della rilevanza sociale dell'argomento e della correttezza di espressione. Pertanto, l'esercizio del diritto di critica, anche se formulato in termini forti ed aspri, non integra il reato di diffamazione quando le espressioni utilizzate, pur dure, siano direttamente collegate a pretesi difetti e incongruenze dell'atto oggetto di critica, senza trascendere in attacchi personali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. SAVANI Piero - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 13/2011 TRIBUNALE di SONDRIO, del 16/04/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/05/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERO SAVANI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Spinaci Sante, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

udito il difensore avv. (OMISSIS) di (OMISSIS).

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