La valutazione della fattibilità tecnica, dell'impatto occupazionale, delle potenzialità di mercato e della sostenibilità economico-finanziaria di un progetto di investimento rientra nella discrezionalità tecnica dell'amministrazione procedente, la quale è tenuta a motivare adeguatamente le proprie determinazioni in ordine al mancato raggiungimento delle soglie minime di punteggio previste dalla legge per l'ammissione alle agevolazioni finanziarie richieste. L'amministrazione non è vincolata ad accogliere la domanda di agevolazione qualora ritenga, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi acquisiti, che il progetto non presenti i requisiti di fattibilità e sostenibilità necessari per l'ottenimento dei benefici, anche in considerazione del carattere sperimentale e non testato dell'intervento proposto, delle incertezze circa le potenzialità del mercato di riferimento e la congruità dei costi previsti. Il ricorrente, pur avendo facoltà di contestare la valutazione operata dall'amministrazione, non può pretendere che il giudice amministrativo si sostituisca a quest'ultima nell'apprezzamento di elementi tecnico-discrezionali, salvo che non emerga un evidente deficit istruttorio o una manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione. Qualora il ricorrente dichiari il sopravvenuto difetto di interesse alla decisione del ricorso, il giudice non può che prenderne atto e dichiarare l'improcedibilità del ricorso per carenza sopravvenuta di interesse.