Al fine di ritenere sussistente il delitto di interesse privato in atti di ufficio è necessario che siano indicati i vantaggi personali che il pubblico ufficiale ricava indirettamente da quelli altrui perseguiti e che dimostrano quell'ingerenza profittatrice nonché la strumentalizzazione dell'ufficio costituenti le ragioni della criminalizzazione della relativa condotta del pubblico ufficiale. Ne consegue che quando tale interesse viene riferito alla mera sussistenza di rapporti di affinità o di sub-agenzia, i quali si configurano come motivi della condotta illecita, esso non può ritenersi idoneo ad integrare il delitto in esame. (Nella specie, l'imputato, sindaco, aveva affidato personalmente al cognato l'incarico di una fornitura al comune di mobili metallici, senza effettuare la gara d'appalto e senza richiedere preventivi di opera ad altre ditte e aveva fatto assicurare automezzi del comune presso una società di assicurazione di cui era sub-agente.Riconosciuto colpevole in primo grado del reato di cui all'art. 323 COD.PEN. per il primo fatto così modificata l'originaria imputazione di cui all'art. 324 COD.PEN. e assolto per insufficienza di prove dal secondo (ex art. 324 COD.PEN.), su impugnazione del P.M. la corte di appello, previa unificazione degli addebiti, lo aveva condannato per il reato di cui agli artt. 81 e 324 COD.PEN.. la corte ha annullato la sentenza enunciando il principio di cui alla massima).