Il principio di proporzionalità dell'azione amministrativa impone che ogni provvedimento adottato dalla pubblica amministrazione, specie se sfavorevole al destinatario, debba essere non solo idoneo e necessario al raggiungimento dello scopo prefissato, ma anche adeguato e commisurato al sacrificio imposto al privato, nel rispetto del giusto equilibrio tra gli interessi pubblici e privati coinvolti. Pertanto, laddove sia possibile operare una scelta tra più mezzi alternativi, ugualmente idonei al perseguimento dell'obiettivo, deve essere preferito quello che determini il minor sacrificio per il destinatario. In particolare, l'imposizione di oneri formali e documentali a carico dei partecipanti a una procedura selettiva pubblica, a pena di esclusione, deve essere valutata alla luce del principio di proporzionalità, al fine di verificare se tali adempimenti siano effettivamente necessari e non eccessivamente gravosi rispetto alle finalità perseguite dall'amministrazione. Ove sia possibile acquisire le medesime informazioni attraverso modalità meno onerose per i candidati, senza pregiudicare l'interesse pubblico sotteso alla procedura, la clausola che prevede l'esclusione per il mancato rispetto di tali formalità deve essere ritenuta sproporzionata e, pertanto, illegittima.