Tribunale Amministrativo Regionale Piemonte - Torino sentenza n. 515 del 2007

ECLI:IT:TARPIE:2007:515SENT

Massima

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Il ricorso amministrativo diviene improcedibile qualora l'atto impugnato sia stato successivamente revocato dall'amministrazione, in quanto viene meno l'interesse del ricorrente all'annullamento dell'atto. In tali casi, il giudice amministrativo non può pronunciarsi nel merito della controversia, ma deve limitarsi a dichiarare l'improcedibilità del ricorso. La revoca dell'atto impugnato, intervenuta nelle more del giudizio, comporta l'estinzione del rapporto processuale per sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, non essendo più attuale la sua pretesa all'annullamento. Ciò in quanto il provvedimento di revoca, eliminando retroattivamente gli effetti dell'atto originario, priva il ricorrente di qualsiasi utilità derivante dall'accoglimento del ricorso. Il giudice, pertanto, non può entrare nel merito della legittimità dell'atto impugnato, ma deve limitarsi a prendere atto della sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, dichiarando l'improcedibilità del ricorso. Tale soluzione, fondata sul principio di economia processuale, evita un inutile dispendio di attività giurisdizionale, in quanto l'annullamento dell'atto divenuto privo di effetti non produrrebbe alcuna utilità per il ricorrente. Inoltre, la compensazione integrale delle spese di giudizio, in presenza di giustificati motivi, rappresenta un equo bilanciamento degli interessi in gioco, tenendo conto della peculiare situazione processuale determinatasi a seguito della revoca dell'atto impugnato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DEL PIEMONTE
-SEZIONE I-
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso R.G.R. n. 104/96 proposto da Gi. Cr. e dal CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI Al., in persona del Presidente pro-tempore, autorizzato a stare in giudizio per deliberazione consiliare 8 gennaio 1996, n. 843, entrambi rappresentati e difesi dagli avv.ti Pa. Mo. e Gi. Gr. ed elettivamente domiciliati presso lo studio dell'avv. An. Fi. in To., via Et. De So., (...), come da mandato in calce al ricorso;
contro il
COMUNE DI S. Se. Cu., in persona del Sindaco in carica, non costituito in giudizio;
nonché nei confronti di
Pi. Ro., rappresentato e difeso dagli avv.ti Gi. On. e Ma. Co. ed elettivamente domiciliato presso lo studio del secondo in To., via Me., (...), come da mandato a margine dell'atto di costituzione in giudizio;
e con l'intervento ad opponendum…

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