Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43396 del 20 novembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:43396PEN

Massima

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Il diritto di critica e di espressione non può essere esercitato in modo smodato e ingiurioso, anche quando il soggetto passivo sia coinvolto in una controversia civile con l'autore delle offese. Infatti, la pendenza di una causa civile non legittima l'utilizzo di espressioni ingiuriose e offensive, in quanto la tutela della reputazione e dell'onore della persona offesa prevale sulla libertà di critica, salvo che questa non sia contenuta entro i limiti della continenza e della pertinenza. Pertanto, l'imputato che abbia proferito ingiurie, anche in relazione a una controversia civile in corso, non può essere esonerato da responsabilità penale per il solo fatto di ritenere ingiusto il comportamento della persona offesa, se tale valutazione non risulta comprovata e non è stata accertata in sede civile. Spetta all'imputato, in via di eccezione, allegare e dimostrare l'esistenza di ragioni riconoscibili dalla legge per poter essere esente da condanna, non essendo sufficiente la mera contestazione del diritto vantato dalla persona offesa, la cui prova incombe sul giudizio civile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AG. AN., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 04/12/2007 CORTE APPELLO di PERUGIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

udite le conclusioni di inammissibilita' del S.P.G. Dott. STABILE Carmine;

uditi gli Avv.ti BETTI (P.C.) e dell'imputata, FRASCHETTI.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITT…

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