Il Consiglio di Stato, nell'esercizio della propria funzione giurisdizionale, ha affermato che il potere del Sindaco di adottare ordinanze contingibili e urgenti ex art. 50 TUEL, volte a fronteggiare emergenze sanitarie o di igiene pubblica di carattere locale, costituisce uno strumento eccezionale e residuale, il cui esercizio presuppone la necessità di provvedere in via d'urgenza con mezzi extra ordinem per far fronte a situazioni di natura eccezionale ed imprevedibile di pericolo attuale ed imminente per l'incolumità pubblica, cui non si possa provvedere con gli strumenti ordinari apprestati dall'ordinamento. Tali provvedimenti, oltre all'eccezionalità e alla gravità del pericolo presupposto, devono essere caratterizzati dalla provvisorietà e temporaneità dei loro effetti, non potendo l'Autorità arrogarsi una funzione di risoluzione di ipotetiche liti o controversie tra privati, che è invece devoluta ad altre forme di tutela, segnatamente a quella civilistica, a pena dell'indebita interferenza dell'Amministrazione in una lite tra privati, priva di ogni rilevanza di interesse pubblico. Pertanto, ove la situazione individuale da tutelare, pur meritevole di considerazione, non trascenda i confini della lite privata e non sia connotata da gravità e urgenza così estrema da non essere fronteggiabile con gli ordinari strumenti di tutela giudiziaria, l'adozione di un'ordinanza contingibile e urgente non risulta conforme al paradigma normativo e ai principi giurisprudenziali che ne disciplinano l'utilizzo.